Coronavirus Covid-19.PAPI E BEATI - PAPA GIOVANNI PAOLO II - LA GIOVINEZZAL'AVVENIMENTO NELLA CATTEDRALENel 1976 il metropolita di Cracovia, dietro invito di Papa Paolo VI, condusse gli esercizi spirituali in Vaticano. Quando parlò della liturgia della Settimana Santa e delle preghiere che l'accompagnano, tornò con il pensiero agli anni lontani: Non dimenticherò mai quello che sperimentai quando per la prima volta sentii queste parole durante la solenne liturgia svoltasi nella cattedrale reale di Wawel, a Cracovia. Da giovane vi ero andato al Mercoledì Santo, quando per la prima volta cantavano il mattutino. Ricordo gli alunni del seminario seduti sulle panche, i canonici del capitolo nei loro seggi in coro, e presso l'altare maggiore della cattedrale l'Arcivescovo di Cracovia e l'indimenticabile cardinale Adamo Stefano Sapieha. Nel posto centrale un grande tripode, con le candele che venivano successivamente spente a mano a mano che si terminava di cantare i singoli salmi. E alla fine il canto: «Christus factus est pro nobis oboediens usque ad mortem». Dopo un istante di silenzio, il salmo: «Miserere» (50) e l'ultima preghiera recitata dall'Arcivescovo: «Respice quaesumus Domine super hanc familiam tuam pro qua Dominus noster jesus Christus non dubitavit manibus tradi nocentium et crucis subire tormentum». Dopo di che, tutti uscivano in gran silenzio. Spesso ancor oggi ripenso a ciò, perché quell'esperienza fu unica, e non è mai più tornata con la stessa intensità di allora, anche nella stessa cattedrale, durante la Liturgia della Parasheve. Essa consisteva in fondo non solo in una scoperta della bellezza e del fascino spirituale della Liturgia della Settimana Santa, ma soprattutto nella scoperta di quella dimensione assoluta che è il Mistero espresso nella liturgia e da essa pronunciato come messaggio sempre attuale. Dopo le parole di san Paolo sull'ubbidienza di Cristo fino alla morte, tutti rimasero in profondo silenzio e io sentii che in quell'istante tacevano non solo gli uomini, ma anche tutta la cattedrale, quella cattedrale in cui è concentrata la storia della mia nazione. Tutta l'umanità, la Chiesa e il mondo, il passato, il presente e il futuro, si uniscono nel silenzio più profondo, e pieno di adorazione, di fronte al fatto che «Christus factus est pro nobis oboediens usque ad mortem» (Fil. 2,8). Sicuramente egli si riferiva al periodo precedente alla guerra, in quanto i Polacchi non potevano avere accesso sulla collina dei re (Wawel) quando era sovrastata dalla bandiera con la croce uncinata dei nazisti; forse è un ricordo legato a qualche visita che Wojtyla fece da scolaro di Wadowice, o da studente universitario. Comunque è un ricordo da tener presente se vogliamo risalire alle ragioni che determinarono l'importante decisione da lui presa nel 1942.PAPA GIOVANNI PAOLO II LA GIOVINEZZA Parte Inizio I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII |
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